Donato Musone, ricorda che quest’anno ricorre il 140°Anniversario della nascita di Domenico Santoro. Come noto il Santoro nacque a Marcianise il 1° Novembre 1872 e morì a 31 anni, il 1° Novembre 1903. Per tale anniversario è opportuno commemorare e ricordare la figura di Domenico Santoro.

A tal riguardo Donato Musone di Risvegli Culturali si rivolge ai prof. Salvatore Delli Paoli ed Alberto Marino e Tommaso Zarrilo per cercare insieme ad altri studiosi e cittadini di organizzare opportune iniziative per meglio onorare questa ricorrenza. Come disse il Prof. Errico Ferri nel rievocare la figura di Domenico Santoro «…Domenico Santoro passò come una meteora, ma lasciò una scia luminosa, l’alito fecondo di una fiamma, che non si spegne». E per questo che dobbiamo alimentare questa fiamma che già tanto hanno fatto Alberto Marino e Tommaso Zarrillo con la loro pregevole ed interessante pubblicazione dal titolo, Domenico Santoro. Il Garibaldino, Il Politico, Il Letterato, Guida Editori, 2003.
Domenico Santoro da Marcianise è stato un politico, giornalista e scrittore italiano. Fu un volontario garibaldino. Dopo aver compiuto gli studi nel Liceo classico “Giannone” di Caserta, si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia del l’Università di Napoli. Nel 1897 si arruola nel battaglione garibaldino organizzato dal figlio dell’eroe dei due mondi, Ricciotti, per andare a combattere contro i Turchi per la libertà della Grcia. Partecipa in prima linea alla battaglia sanguinosissima di Domokos, dove trovano la morte numerosi suoi compagni volontari. Rientra in patria e si dedica alla politica per dare un contributo all’emancipazione economica e culturale della sua città, Marcianise. La sua lotta politica la svolge con la sua attività di giornalista su fogli a tiratura provinciale e regionale. Farà parte della redazione romana de L’Avanti. Ebbe rapporti amicali e culturali con Aruturo Labriola che scrisse per lui una prefazione a due suoi saggi, L’Arte di Emilio Zola e I giornalisti e la Rivoluzione francese. La sua azione politica si scontra violentemente con i detentori del potere del tempo, e per reati di carattere politico viene condannato a ventuno mesi di carcere dove, dopo tre mesi di detenzione, muore.