Storia della Medicina del XVIII Secolo. Il Professore di Medicina Giuseppe Petruolo.

Nel 1802 il Prof. DOMENICO COTUGNO indirizzava un Elogio al Professore di Medicina GIUSEPPE PETRUOLO per la Sua Opera.

GIUSEPPE PETRUOLO, professore di medicina nasce a Marcianise e mori  nel 1849 all’età di 80, la sua pubblicazione dal titolo   «Trattato delle malattie solite ad attaccare gli abitanti di Marcianise>> pubblicata nel 1801 a Napoli.
 Il Petruolo  si propone di costatare e mettere  in  rilievo  le  cause determinanti delle malattie più frequenti  in  rapporto  ai  luoghi,  ed  al  sistema  di  vita  dei  nostri lavoratori della terra; ed in omaggio alla sua profonda cultura  ed  esperienza,  dà provvidi consigli per prevenire i mali, e per la difesa della nostra salute.

L’opera,  oltre  che  il  pregio  scientifico  di  gran  rilievo,  mostra  il  grande  amore  che  aveva  questo  dotto  per  il suo paese nativo.
Riporta  le varie  insalubrità del paese: umidità dell’aria, putride qualità dell’aria; nocive qualità dell’aria; la maniera di vivere de marcianisani .

Alcune malattie abituali: ipocondriaca; scorbuto; reumatismi; oftalmia; angia; tosse e asma; le febbri (pleuritica, reumatica, intermittenti, terza, quartana).

Le  cause  determinanti,  sono le seguenti: le acque  dei  pozzi  torbide e pesanti,  infradiciare i cumuli di letame; i  lagni  per  la  macerazione della canape ei cibi poveri .

Il  pregio  della  pubblicazione  del  Petruolo, è sottolineato  dalla  lettera  che  gli  inviò il celebre Prof. Domenico Cotugno, che qui si trascrive:

<< 11 Giugno 1802 – Signore D. Giuseppe Stimatissimo  – Nel  libro  sulle  Malattie  più  frequenti  in  Marcianise,  sua patria, che  V. S.  ha  scritto  e  pubblicato, ed ha avuto la cortesia di  dirigermi,  ho  scorto, che il fine, che lo ha mosso a tessere e render  comune  quel  suo  lavoro,  deggia  essere riputato onestissimo. Ha  voluto  beneficiare  i  suoi,  e  questo  è  il  primo degli umani  doveri.  E’  disgrazia,  che  un  paese  tanto  fertile e popolato,  ed abbondante di uomini attivi e di talento,  abbia nella sua località  quei  svantaggi,  che  V. S.  ci  ha  rilevati.  Ma  è  pur  per esso una fortuna, che abbia nel suo seno uomini capaci di conoscerli,  e  di  proporre  utili  espedienti  per  emendarli,  almeno  in parte.  Abbenché in questo merito di beneficenza ha voluto avere una  picciola  parte  la  provvida  Natura,  cingendolo  dappertutto di  una  copiosa,  e  vigorissima vegetazione, emendatrice potente dei  grandi  guasti,  che  l’aria  subisce.  L’attività e lo spirito agricolo  dei  suoi  abitanti, mentre la sostiene e la promuove, concorre  senza  forse  accorgersene  a  tanto  bene.  E se malgrado ciò i mali  pur  vengono,  come  dapertutto,  certamente  a  quelli  della sua  patria,  ha  V. S.  proposti  validi  e  classici  ripari,  tratti  dai puri  fonti  delle  autorità  d’uomini  approvatissimi,  e  più  della vera maestra, qual’è la esperienza. Mi congratulo seco dello zelo, col quale ha tanto utilmente impiegato  i  suoi  talenti,  e  prego  Iddio, che dovrebbero pure imitarvi,  ciascuno  nel  paese  di  sua  pertinenza;  e  non scusarsi col pretesto  di  languire  nei  piccoli  paesi;  come  se  non  avessero lungi  dal  tumulto  delle  Capitali,  più  comodo  d’istruirsi  e  rendersi  utili.  Il  primo  fondo della sapienza è nella nostra energia, che mai non ci lascia quando nol vogliamo. Sono  pieno  di  stima. — Di V. S. Ill.ma, Devotissimo ed obbligatissimo Servo, Domenico Cotugno >> .

Significativa sono le testimonianze riportate nel volume tra cui si cita la breve poesia   riportata nella pubblicazione scritta dal Canonico Girolamo Messore:

<< Sorgi ridente, o Patria. Fuga il dolor del ciglio,

Scaccia il timor dell’animo,  Che ti fa lieta un Figlio….>>

                                                                                                                                 Donato Musone

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