Il presidente dell’Associazione “Risvegli Culturali”, Donato Musone, lanciando un appello per il riutilizzo del Palazzo del Monte dei Pegni da parte della collettività, come motore culturale cittadino, riceve una calorosa risposta da parte del prof. Pietro Squeglia, che ricorda e racconta i momenti salienti della storia del Palazzo della Cultura. Di seguito la nota.
“Esatti i tuoi cenni sulla storia del Monte dei Pegni. E’ un edificio al quale sono legato per tantissimi motivi. Non solo perchè da ragazzo ci andavo spesso. Vi abitava il dott. Monda, (allora, direttore del Consorzio agrario) il cui figlio Rodolfo, attualmente importante avvocato a Napoli, e le sorelle erano miei amici di gioco. E quante ne abbiamo combinato con lui e la buonanima di Angelino Guerriero. Te lo ricordi?.
Ma non è solo questo. Ricordo che, subito dopo essere stato nominato Sindaco nel novembre del 1979, il mio primo atto consiliare fu la delibera con la quale si stabiliva e si finanziava il recupero del Palazzo per destinarlo a luogo di cultura e di aggregazione. Fu una scelta coraggiosa e mi costò anche il rapporto con il compianto prof. Capone, mio indimenticabile maestro. Infatti quando lui era stato Sindaco (gli successe come ricorderai, per un breve periodo, l’amico Tonino de Martino), aveva fatto deliberare in Consiglio comunale l’abbattimento del Palazzo per costruirvi sopra la Biblioteca comunale. Nonostante il grande legame che avevo con lui, ritenni di dover annullare questa delibera, spostare la nuova Biblioteca in via Vespucci (dove attualmente si trova) e far deliberare dal nuovo Consiglio il recupero e la ristrutturazione del Palazzo. In un primo momento il prof. Capone se la prese un poco, ma dopo, capì e si congratulò con me. E fu così che la Biblioteca che dalle umide stanze del Comune avevamo già fatto trasferire nel Palazzo Viciglione in via Torri, finalmente ebbe una sua sede propria in Via Vespucci (progetto dell’arch. Paolo Tartaglione). E contemporaneamente dotammo la Città di un’altra struttura prestigiosa tutta per la cultura: Il Palazzo Monte dei Pegni che ben presto nella vulgata popolare diventò il Palazzo della Cultura.
Ricordo, poi, le sofferenze per i lavori. Intanto si trattava di far sloggiare il meccanico che vi stava. Era un ragazzo di Maddaloni che per tanti anni era stato allievo di Scauzillo, mitico meccanico di Marcianise. Non si riusciva a trovare un’alternativa. D’altra parte il ragazzo si era sposato e aveva messo su famiglia e non lo si poteva mandare in mezzo alla strada. Finalmente con l’aiuto di Ottavio Abbate (finalmente ne fece una buona !) riuscimmo a trovare una soluzione per il meccanico in via Tartaglione. Non ti dico poi che passammo per il terremoto . I lavori di recupero erano delicati e ogni giorno si presentava un problema nuovo. L’arch. Matronola (progettista) e l’ing. Letizia furono impeccabili. Progettarono e seguirono i lavori con grande competenza e professionalità.
Finalmente nel 1985, ancora Sindaco ebbi il piacere di inaugurare la struttura. Fu un avvenimento che ebbe vasta eco in tutta la provincia. Eravamo, infatti, l’unico Comune della Provincia che aveva deliberato di destinare alla cultura una intera struttura. Gli anni che vennero furono bellissimi: grandi rassegne, dibattiti, mostre ecc. Ricordo la collaborazione con il prestigioso Istituto di cultura francese, il “Grenoble” e le tantissime iniziative fatte insieme.
La collaborazione con la Federico II per un ciclo di conferenze sull’ambiente. Sempre con la Federico II un ciclo di conferenza sulle tendenze artistiche del ‘900.
La collaborazione con la Galleria “Sapone” di Nizza, con il compianto gallerista Massimo de Simone, il prof Massimo Bignardi, che ci consentirono di allestire nelle sale del palazzo importanti mostre (recensite all’epoca dai più importanti quotidiani nazionali) ecc. ecc. In questi locali vide la luce la prima banda musicale di ragazzi di Marcianise, la “Francesco Marchesiello”, con i maestri Gentile e Lasco.
Sarebbe lungo enumerare le tante cose che sono state fatte. Per venire ai giorni nostri, a voce, ti dirò cosa c’era dietro il bluff e l’inganno del Disegno Industriale.
Ti dirò dello scontro feroce che ebbi nel giugno scorso, ad Aversa, con il preside Gambardella, presente l’esterrefatto Antimo Rondello incrudelo rispetto alla mia rabbiosa reazione nei confronti del preside. Comunque, adesso, speriamo che sia tutto finito. Speriamo che l’Amministrazione, come da convenzione, imponga all’Università la restituzione immediata della struttura e in condizioni tali da poter essere immediatamente utilizzabile. A dirti la verità non sono molto attratto dal problema della gestione.
All’epoca, pensammo, anche, di affidare la direzione artistica del palazzo al maestro Roberto De Simone, grande musicologo che nel passato tante volte era stato a Marcianise per le sue ricerche di riscoperta del patrimonio musicale della tradizione popolare campana. Accompagnati dall’amico Tonino Marchesino lo raggiungemmo a Napoli e gli facemmo la proposta. Purtroppo gli eccessivi impegni del Maestro non gli consentirono di poterla accettare.
Oggi, però, il problema della gestione viene dopo. Quello che conta di più è che l’uso del Palazzo sia quanto più libero possibile da parte di tutti. Ognuno che ha qualcosa da dire e da proporre può utilizzare, il Palazzo. Naturalmente bisogna regolamentare il tutto.
Fondamentale è che al Palazzo sia assegnato subito del personale valido. All’epoca, oltre al portiere c’erano due impiegati. Il personale è importante per permettere un uso quotidiano della struttura. Magari, si può ipotizzare di tenere quotidianamente aperta la struttura al piano inferiore: ognuno può entrarvi ed intrattenersi con amici. Il piano superiore potrebbe essere destinato ad iniziative di maggior rilievo. In ogni caso, l’importante è non bloccare nessuna iniziativa e dare piena libertà di espressione a chiunque lo vorrà.
Caro Donato, adesso, credo che bisogna andare avanti.
Abbiamo intelligenze a Marcianise che neppure immaginiamo : persone, sopratutto giovani di grande talento e straordinarie capacità. Si tratta di metterle in sistema.
Il Monte dei Pegni può diventare un ottimo strumento per raggiungere questo risultato. In questo contesto anche tu e la tua Associazione potete dare un contributo notevole”.
Prof. Pietro Squeglia